Alessandro Marinella, Napoli

La tua vita in poche righe, proprio da dove inizia

Nasco a Napoli, il 25 aprile 1995. Come tutti noi della famiglia diciamo, nasco a Piazza Vittoria. Tutta la nostra vita è sempre iniziata e continuata qui, dove c’è il negozio e la casa. A Napoli diciamo casae puteca.

Ho avuto una vita normale, tranquilla. Ho perseguito i miei studi di base – elementari, medie, liceo scientifico – e poi mi sono iscritto all’università, qui alla Federico II, scegliendo economia aziendale. Dopo la laurea, mi sono trasferito a Londra dove ho vissuto per sette mesi per completare gli studi e migliorare la lingua inglese. Londra mi ha affascinato, mi ha dato tanto. Viaggia a una velocità completamente diversa, sicuramente rispetto a Napoli ma anche rispetto alle principali città europee. Crescere lì è più rapido ma hai più responsabilità. 

Dopo il periodo londinese sono tornato in Italia, a Napoli, per affiancare mio padre in azienda. Sono già due anni, ad oggi.


Oneri ed onori: per raccogliere in una frase forse consunta quello che ci hanno riferito altri giovani imprenditori che si apprestano a occupare il loro posto in un business consolidato dai loro avi eppure tutto da innovare e declinare nel presente più spinto.

Come ti senti tu quando varchi oggi lo splendido portale della Riviera di Chiaia che sarà stato memoria e immagine di migliaia di momenti della tua infanzia? 

Quali sono i tuoi ruoli e come li vivi?

E’ una grandissima sfida ed una bellissima responsabilità. Ovviamente colta in chiave positiva. Come tutte le cose belle, vanno curate con una dedizione piena. Marinella è un nome importante, una realtà consolidata, ben 106 anni questo giugno e dietro di me ci sono tre generazioni. Mi trovo a gestire quindi un’azienda dove hanno vissuto già tante persone.

I tempi sono cambiati non solo per la digitalizzazione ma anche per la globalizzazione, la vera sfida che è anche un po’ la difficoltà attuale è quella di cercare di relazionarsi internamente con persone più grandi di me che hanno una visione differente ma anche con un pubblico composto sia persone di una certa età sia di giovani che hanno appena finito l’università e si stanno affacciando al mondo del lavoro quindi vengono qui e si affidano alla nostra selezione.

Pensa, mi trovavo in una riunione a New York, un po’ di tempo fa, con l’editore del Wall Street Journal che diceva che tra i suoi lettori ci sono sia i millennials che chi ha combattuto la seconda guerra mondiale: ‘Io devo trovare argomenti che li mettano d’accordo’.

La cosa importante oggi è convertire un business in modo che sia raggiungibile anche dalle generazioni social. Usando mezzi più facili, più svelti, più a passo con i tempi. Noi per scelta non abbiamo attualmente un e-commerce perché il rapporto con il cliente è fondamentale. Abbiamo invece il phone-commerce: è possibile chiamarci per acquistare a distanza e ricevere consigli. Fa piacere dirti che la percentuale di resa con questa tecnica è dello 0% e abbiamo chiamate anche successive all’acquisto per darci feedback. E’ una bellissima soddisfazione, il contatto umano si sta sempre più perdendo: qui, invece, è il nostro punto di forza.


Quali sono i tuoi ruoli e come li vivi, adesso, dopo due anni in azienda?

Mi sono subito reso conto, due anni fa, che, essendo un’azienda familiare e sempre più in crescita, ci vuole un diverso tipo di organizzazione: siamo ancora un negozio ma d’altra parte stiamo diventando sempre di più un brand, diciamo un’organizzazione familiare retail. 

Il mio ruolo è sviluppare il marchio, dare degli schemi e delle procedure in tutti i campi: dalla gestione del personale, al magazzino…Non solo procedure ma anche progetti da portare avanti: dalla selezione del prodotto al suo futuro (con le varie collaborazioni che stiamo mettendo in piedi: la più recente con un’azienda siciliana, la Orange Fiber, detentrice di un brevetto che ricava una fibra tessile dalle arance) con grande attenzione alla sostenibilità e all’ambiente.


Del resto ormai Marinella si occupa di ‘vestire’ le persone, non ci sono più solo le cravatte

Noi puntiamo al total look. Adesso copriamo completamente tutta l’accessoristica  maschile tranne l’abito su misura perché ancora non abbiamo trovato il sarto che possa entrare in azienda ma è anche quello l’obiettivo.

Ci siamo già lanciati sulle camice, progetto ancora da perfezionare. In un futuro più lontano, puntiamo anche al total look femminile. Abbiamo già alcuni accessori in pelle e seta. 

Di recente, alla Milano Fashion Week dove abbiamo fatto una presentazione, abbiamo affermato che il mondo femminile non è estraneo alla famiglia Marinella. E che non abbiamo mai avuto un disegnatore, uno stilista interno, ma magari per il mondo donna lo avremo….


Considero Napoli la tua città per sempre, anche se forse sarai quello della famiglia che gira di più. Cosa senti di dare a Napoli e cosa senti di ricevere in cambio (Napoli… è anche la mia città…)?

Tanti, tanti giorni sono fuori da Napoli per lavoro e ho visitato moltissime città. E’ vero che ci sono cresciuto e che ho la mia famiglia e tutte le mie amicizie qui, ma Napoli è una città che può dare assolutamente tutto. Relax, soddisfazione lavorative (e noi forse ne siamo l’esempio: come diceva mio nonno, si possono fare grandi cose partendo da Napoli ma soprattutto restando a Napoli). Soprattutto l’esperienza londinese mi ha dimostrato quanto Napoli sia importante per me e quanto sia una boccata di ossigeno. Vivo forse una situazione di simbiosi con la mia città. Tant’è vero che la città ci da riconoscimenti e un calore fortissimo. E, pensando di parlare anche a nome della mia famiglia, sono riconoscente verso la città. In tutto e per tutto.


Il libro con te ora (su che tavolo poggia o in che borsa è stivato?) e la canzone che persiste nella tua selezione

A dire a vero il libro che ho con me adesso, sotto il computer sulla mia scrivania, è un regalo di Natale: non è veramente un libro, si chiama il Calendario per Tutti. E’ un libro della tradizione napoletana che riporta aneddoti per ogni singolo giorno, se lo leggi prima di iniziare la tua giornata dicono porti fortuna. 

Sono amante del giallo e dei thriller. Per anni il mio libro preferito è stato 10 piccoli Indiani della Christie, mi fu regalato dal mio professore di latino. Lo conservo ancora con molto affetto.

A dire il vero non ho una canzone persistente….Con Spotify e con le playlist è tutto molto spersonificato: ti affidi alle selezioni più casuali. Omologandosi ai gusti del momento generale.


Un talento che hai uno che ti manca o che vorresti

Cerco di essere pragmatico e democratico ma anche meritocratico, cercando di dare tutto a chi da tanto; non mi faccio trasportare dalle cose o dai sentimenti. 

Forse un difetto è che mi manca la pazienza, magari è un difetto comune ai millennials; vogliamo tutto subito senza attendere. Mi trovo in un’azienda con tante generazioni ancora al suo interno, è difficile cercare di adattarsi a tempi differenti. A volte mi lascio prendere dall’ansia di portare a termine i vari obiettivi ma sto pian piano cercando di adattarmi.


Dove ti vedi tra dieci anni

Assolutamente dove sono e in giro per il mondo come tutt’oggi sto facendo. Senza mai perdere le mie origini.


Cosa hai imparato, sin qui, dalla vita?

In questi anni, soprattutto in questi due anni, ho imparato molto (in tutti i settori). Non ho ancora la presunzione di dare già dei consigli su cosa ho imparato. Trovo che a 24 anni anche quello che impari non è detto che sia una lezione definitiva…magari molte delle cose saranno messe in discussione in un prossimo futuro. 

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