BRAC, libreria e ristoro, Firenze

Un luogo ibrido di cultura e ospitalità nato dalla creatività di un manager culturale ed un ingegnere – parliamo di Superotium a pochi passi dal Museo Archeologico di Napoli – è pieno di fermenti e ospita, tutto l’anno, residenze d’artista ed esperienze simili alle sue che scova in tutta Italia e oltre.

Non di rado mi sorprendo quando entro nel suo accogliente salotto, stavolta mi sono sorpresa ancora di più perché mi hanno regalato una bellissima storia fiorentina, anche se parla inglese, che desidero condividere con voi. 

E’ un ideale che diventa un indirizzo (via dei Vagellai 18r Firenze), una libreria specializzata sulla contemporaneità degli ultimi 15 anni che è insieme una piattaforma di cultura a 360° ed un luogo gourmet dove incontrarsi non solo attorno a un libro o un festival ma anche per bere e mangiare. 

Si chiama BRAC. E oltre all’arte non dimentica gli altri linguaggi dell’oggi: teatro, architettura, fotografia, illustrazione e fumetto…E’ possibile anche solo consultare i volumi.

A Superotium hanno presentato un nuovo libro in italiano ed inglese –  BRAC (Books Recipes Artists Cooking) edito da Corraini – che è un ricettario unico e speciale: una lunga selezione di piatti vegetariani e vegani illustrati da artisti ciascuno con le loro ‘specialità’ creative. 

Il duo napoletano Bianco Valente è una coppia nella vita e nel lavoro che si dedica soprattutto a progetti di arte pubblica e community based, tre nuovi lavori tutti nati con progetti condotti con i cittadini si inaugurano il 20 settembre in importanti luoghi pubblici di Ercolano, tra cui gli Scavi ed il museo MAV. 

Ha avuto in dote un sugo – la nostalgia di mare – che ha illustrato con due mestoli che annegano nella pentola perché quando cucinano assaggiano sempre in due. E l’atto del nutrirsi è spesso – come hanno riferito loro stessi – lo spazio emozionale e razionale dove stemperare discussioni, dove elaborare creativamente la diversità (anche se non si è artisti) e dove fermare il frame del tempo di qualità che fugge.

L’artista di origine venezuelana ed ormai napoletana d’adozione, Simona Da Pozzo, ha avuto in dote il seitan che ha risvegliato in lei antiche memorie di condivisione di case e culture culinarie ma anche la sua quotidiana battaglia per salvare le risorse scarse come l’acqua potabile. 

Ha scelto di illustrare la ricetta con un lavoro inedito del 2015: una straordinaria fotografia dal sapore lunare e concreto insieme che ritrae una fonte d’acqua piemontese. Per le sue specifiche ed uniche proprietà chimico-fisiche, viene usata dagli astronauti: Da Pozzo l’ha scelta proprio per tradurre la sua relazione emotiva e culturale con la ricetta particolarmente idrovora. 

Da Pozzo lavora sullo spazio pubblico e sull’identità di specifiche comunità con una pluralità di media che spaziano dalla scultura alla fotografia alla performance.

Bianco Valente e Da Pozzo così come tutti gli altri 84 artisti protagonisti hanno lavorato più volte icon lo spazio fiorentino: BRAC è un manifesto e non soltanto un bellissimo coffee table book da esibire con vanto agli amici libro-dipendenti. 

E BRAC non è solo una libreria. E’ la storia, l’essenza di un progetto artistico e di vita, nato nel 2009. Attorno ai libri – grazie ad una fortunata legge della Regione Toscana (la 28/2005) che ha permesso all’interno di spazi culturali come librerie, cinema, teatri di offrire somministrazione assistita di cibi e bevande sul 25% dello spazio disponibile. 

Il ristorante sostiene la cultura, è possibile l’asporto e le spezie la fanno da padrona insieme agli ingredienti esclusivamente di stagione.

Scripta dedicato all’arte spiegata a parole (curato da Pietro Gaglianò) e tanti festival si succedono nelle sue mura, come Feat dedicato alla scrittura per il cantautorato (con StudioNovecento composto da Giacomo Laser, che illustra anche una delle ricette del libro, e Luca Sorgato con la collaborazione di Ilaria Maria d’Urbano) e S/P/Read.Tradurre Voci a cura di Rosaria Lo Russo dedicato alla traduzione poetica: ai fornelli Sacha Sandro Olmi (con la importante collaborazione di suo figlio 29nne) e al front office Melisa di Nardo. 

Lo Russo in BRAC è autrice di una straordinaria biografia di Sandro (non vi anticipiamo nulla): tutte le sue vite di giramondo sin dalla nascita sono magicamente confluite nell’incontro con Melisa, che prima di far nascere BRAC collaborava con il Ministero della Cultura e, by trade, è una bibliotecaria.

BRAC nasce in realtà come una ghost kitchen per un locale di grido che dopo le tante peregrinazioni (anche filosofiche e religiose) Sandro crea a Firenze (Pop Cafè) e poi diventa quello che è oggi, la prima libreria specializzata nelle arti super contemporanee con cafè e ristorante annessi. Nel 2009 erano pochi gli spazi del genere, oggi si cominciano a vedere in diverse città italiane.



La domanda introduttiva ‘la vostra vita in poche righe’ la aggiusto perché sarebbe veramente un peccato spoilerare le tre stupende introduzioni che i lettori troveranno in BRAC. 

Sono curiosa di chiedervi la vostra vita attorno ai libri che fanno incontrare una bibliotecaria e uno chef artista. Due libri del cuore, dell’una e dell’altro, magari quelli che vi siete consigliati appena conosciuti?

Ce ne sarebbero tantissimi, questi d’emblée:

Sacha:  Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Piersig; Bhaghavad-gita di Vyasa Deva

Melisa: Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale, La vita è altrove di Milan Kundera 



BRAC è un lungimirante polo culturale che si autosostiene con una cucina d’autore (responsabile, sostenibile e sana): sarebbe nato lo stesso senza quella legge regionale?

Chi può saperlo?



Sarebbe nato lo stesso a Firenze?

Firenze era il nostro campo d’azione. Quindi si.



Riuscite a dialogare con spazi simili che nel frattempo sono nati o con le istituzioni naturalmente deputate ad accogliere le vostre produzioni?

Si. Anche se non è sempre scontato. Firenze è una città piuttosto competitiva e le collaborazioni non sono spesso facili, ma possibili.

Laddove lo è stato, abbiamo inaugurato proficue collaborazioni.



Che tipo di lettore frequenta BRAC dato che oltre allo scaffale di poesia non avete narrativa cronaca ed inchiesta?

I nostri utenti leggono di tutto, si affidano spesso alle nostre selezioni. Condividiamo taciti sentori e visioni.



La popolazione dei lettori è la stessa che frequenta i vostri eventi?  

Non necessariamente. Gran parte si.



Età media? 

Difficile dirlo. I nostri frequentatori sono sicuramente lettori consapevoli.



Quanto pesa ultimamente l’inflazione sulla quantità di libri venduti?

Molto poco. Sulla curiosità l’inflazione fortunatamente non ha attecchito. Non ancora almeno.



Partecipate anche a eventi per scuole ed accademie per l’aiuto alla lettura ed in genere cosa ne pensate?

Accogliamo diverse realtà per ragioni diverse. Laddove i progetti che ci vengono sottoposti ci catturano, li sposiamo fino a supportarli anche economicamente, se necessario. A nostra volta, compatibilmente con i nostri impegni, cerchiamo di frequentare e sostenere le attività che vengono promosse in altri luoghi di nostro interesse.

Attraverso progetti come Patto per la Lettura etc, costruiamo insieme percorsi, proposte, eventi per avvicinare quanto più possibile le persone ai libri. Pensiamo siano soprattutto buone occasioni di incontro e confronto.



Dove vi vedete tra dieci anni?

Immersi nella natura, in campagna oppure al mare, in ascolto.



Una cosa – o se volete tante di più – che avete sin qui imparato dalla vita

Sacha: non ho ancora fatto un riassunto

Melisa: La vita finora mi ha offerto davvero tante esperienze e moltissimi insegnamenti. 

Ho imparato a stare nelle cose con tutta me stessa, fino alla vertigine; a non tradire le mie capacità ed i miei limiti, a correre e danzare a tempo possibilmente con un sorriso (io rido pochissimo e adoro ballare).

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Copertina: Melisa e Sacha su un tappeto, courtesy Groomingphoto

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