Conversazione con l’artista (1)

 

Mi sono sempre sentita in gabbia.

Se caccio un braccio, dicono che sia una che vuole

e prende. Una gamba? la mia violenza è rinomata.

Quando ho citato il soffocamento da parte di mio

padre, l’hanno reso autobiografico.

Il significato sottinteso della mia opera in acciaio è stato

ignorato, smarrito in discussioni sul tempo, non sullo spazio.

Quello che non capirete mai delle

installazioni è che tutti sono sempre al di fuori di

esse. Io sono incastrata al loro interno. La mossa

verso una deliberata transitorietà è il gesto di uno scemo.

Se sparire è inevitabile, occorre combatterlo.

Nessuno perde il prigioniero.

Le sbarre sono come una cornice: voi volete stare dentro

tanto quanto io abbia sempre volute uscirne.

 

 

Rebecca Morgan Frank (USA), da The spokes of Venus, Canergie Mellon University Press, 2016 (fonte: Poetry Foundation), traduzione a cura di Slow Words

 

Per leggere e scoprire di più sulla poetessa (in lingua inglese): https://rebeccamorganfrank.com/

 

L’immagine di copertina è un’opera di Michal Rovner (Anubis, Video/Film), esposta ad Art Basel Unlimited 2017

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