“La poesia è un mezzo, uno strumento per la resistenza e la rivoluzione”
“Bisogna tirare fuori dal cassetto, dopo averle lasciate sedimentare, le nostre parole: scambiarle con altri poeti. Uno, due, quattro poeti che si incontrano diventano brigate!”
“Molti dicono ‘non riesco a cambiare il mondo, ma è il mondo che mi sta cambiando’. Io dico che non è così, che è possibile resistere e diventare un momento, in mezzo ad altri, di ispirazione per il cambiamento. La poesia è come il sole, il sole della lotta.”
Sono questi alcuni degli echi di parole e letture poetiche che, nell’arco di un’ora, hanno infiammato, commosso, accomunato tutti i presenti martedì 13 ottobre, una cinquantina, nella sala dedicata alla lettura di una dimora patrizia risalente al XVI secolo, affrescata da Giandomenico e Giovanbattista Tiepolo – Palazzo Papadopoli. Ora Aman Venezia, l’hotel a sette stelle ha ospitato il terzo readers’ club del blog che state leggendo. Un memorabile incontro fra vecchi amici prima di tutto – i poeti Jack Hirschman (New York, 1933) e Ferruccio Brugnaro (Mestre, 1936), che si sono alternati in abbracci, ricordi letture e racconti con Agneta Falk (Stoccolma, 1946) e Maria Brugnaro, che ha chiuso l’incontro – commovente e stellare – leggendo la traduzione in italiano di Venezia, versi intitolati alla città ospite scritti da Agneta Falk di recente.
Mentre rispondevano alle domande di Diana Marrone e Paolo Graziano (editor e fondatori di Slow Words), hanno dato vita a un reading appassionato e polifonico che tiene conto del grande lavoro di diffusione in inglese che Hirschman ha fatto delle poesie di Brugnaro, tradotto anche in altre lingue successivamente.
Jack ha letto le sue poesie in inglese (tra cui Vision dedicata al figlio morto prematuramente, Oil Water, e a braccio la memorabile Path) e Ferruccio le ha declamate in italiano. Infine Jack ha letto Ferruccio Brugnaro (una poesia che aveva scritto anni fa per l’amico e poeta esponente italiano della Beat Generation) che è stata declamata poi in italiano da Ferruccio stesso.
Ferruccio ha declamato alcune delle sue storiche poesie, tra cui Verde ancora Verde, Tutti Assolti (dedicata al processo c.d. del Petrolchimico di Marghera) e Jack le traduzioni in Inglese delle poesie stesse che lui ha creato.
Agneta Falk ha letto, tra le altre, due poesie molto toccanti, una dedicata ad una giovane prostituta (Shivering Mountain) ed una dedicata al prezzo della vita – alle stelle – di San Francisco intitolata Eviction ed il pubblico si è commosso molto con i versi toccanti di Gaza Eyes, purtroppo ancora di un’attualità struggente.
Nel piatto, anche un sole: alla cena con i poeti offerta dall’Aman e firmata da Davide Oldani (consumata al secondo piano nobile, con soffitti affrescati e arredi straordinari) anche un risotto antico allo zafferano, tirato con acqua. Il colore arancio della preziosa spezia era adagiato con una forma di spirale e a tutti ha ricordato le parole di Ferruccio sul sole della lotta. Non solo per sapore ma per l’effetto grafico della texture a spirale. Il menu, straordinariamente gustoso, comprendeva anche una cipolla caramellata in gelato caldo di parmigiamo e un tiramisù a dir poco stupefacente. Al termine della memorabile serata, lasciati gli stucchi e l’incanto del magico palazzo, i poeti si sono incamminati in vaporetto nel silenzio dorato del Canal Grande raccontando ricette, storie di vita e d’amore, aneddoti – in una parola il magico reale di Venezia a chi non l’ha vissuto prima di ora.
Foto di copertina: il readers’ club in fish eye, di Michela Scibilia