Marjan van Aubel, Amsterdam

 

The Donald (il Signor Trump, il multimilionario che attualmente ricopre anche la carica di presidente degli Stati Uniti d’America) ha dichiarato poche settimane fa che il suo paese si è ritirato dagli accordi sul clima di Parigi e si dirige alla deriva verso una nuova corsa alle energie fossili quando non solo l’America ma l’intero mondo stava lavorando molto seriamente per far diventare il pianeta un posto migliore e più sostenibile usando energie rinnovabili. Come, ad esempio, l’energia solare dove tanti grandi passi sono stati fatti con un lavoro corale in tanti settori – dalla fisica al design.

 

Oggi incontriamo Marjan van Aubel (1985) perché lei lavora in una maniera assai singolare – aprendo su un nuovo ruolo per il design e in un certo modo anche elevandolo ad uno stadio più nobile. Pensiamo, del pari, che stia pesantemente contribuendo a fare di questo mondo un posto migliore dove stare.

 

E’, appunto, una designer: lavora solo su materiali ed oggetti.

Si è laureata al Royal College of Art in Design Products ed alla Rietveld
Academy al DesignLAB. Alla base della sua collezione ci sono una serie di materiali assai innovativi, dalla porcellana schiumosa alle cellule solari che si basano sulla proprietà dei colori.

 

E’ una delle tre vincitrici dello Swarovski Designer of the Future Award 2017 (gli altri due sono Jimenez Lai che ha trovato il modo di riciclare cristalli trasformandoli in granigliato per pavimenti e TAKT PROJECT che li stampa in 3D).

 

L’ultimo posto dove pensereste di trovare un oggetto (e un progetto) così people-to-people è una fiera di design da collezione che apre due volte l’anno per pochi giorni – a giugno a Basilea ed a dicembre a Miami – Design Miami/Basel: è lì che invece Marjan ha presentato per la prima volta il suo ‘Cyanometer’. Un oggetto molto poetico e molto tecnologico che consiste in un set di 3 luci il cui colore cambia a seconda del gradiente del cielo in quel giorno (infatti, del Cianometro si parla già dal 1789, anno della sua invenzione per misurare il colore del cielo).

 

La luce solare viene convogliata durante il giorno grazie ad una cella solare portatile arricchita di cristalli che ognuno di noi può portarsi dietro nelle varie attività giornaliere. La cella convoglia ed accumula i raggi e poi li usa per illuminare.

La cella si compone di un pannello solare integrato a cristalli perché questi ultimi aiutano a raccogliere e direzionare la luce esattamente dentro il pannello, aumentandone la capacità e l’efficienza.

Grazie a misurazioni di colore specifiche, Marjan ha replicato i colori del cielo con cristalli Swarovski e tecnologie LED, rispecchiando il cambio di colori del cielo in maniera esatta e quindi introducendo la natura vera in una casa. In questo momento si parla ancora di un prototipo, le luci in mostra questo mese a Basilea lo sono, ma noi speriamo vadano presto in produzione.

Ecco perché l’abbiamo incontrata sotto le tre luci blu come il cielo, fantastiche a ricordarcelo in uno stand della fiera. Ancora più fantastiche se si pensa che mentre ci davano luce non stavano usando neanche un watt di energia elettrica da fonti fossili…

 

 

La tua storia in poche righe

 

Sono nata nel sud dell’Olanda (Bergen op Zoom), ho studiato design ad Amsterdam e poi mi sono iscritta ad un master a Londra. E tre settimane fa mi sono ritrasferita ad Amsterdam.

 

 

Perché? Nostalgia? O qualcosa di più…

 

Non lo so ancora, mi piace troppo l’Europa e poi sai, di tanto in tanto hai bisogno di cambiare nella tua vita. Cambiare è buono.

 

 

I tuoi studi sono stati un mix tra design, scienza e tecnologia

 

Veramente, alle scuole che ho frequentato ho studiato solo design, il resto l’ho imparato da autodidatta da sola. Ho preso qualche corso di fisica all’università e me ne sono innamorata, ma anche grazie al background della mia famiglia.

Mia sorella ha studiato chimica, mio padre chimica e fisica: sono io quella creativa ma sono sempre stata molto interessata alla scienza.

 

 

Adoro l’idea che tu voglia fare del sole il nostro migliore alleato, amico ed anche una ‘seconda pelle’ come accaduto in uno dei tuoi passati progetti quando hai reso possibile per ognuno l’uso dell’energia solare indoor anche senza grandi pannelli sul tetto – semplicemente ‘avvolgendo’ di una speciale superficie-pelle i tavoli o le finestre.

E’ qualcosa così naturale ma anche così indispensabile che sorprende nessuno ci abbia pensato prima. Insomma, tu coniughi design e tecnologie avanzate sull’energia solare. Accanto all’ispirazione che magari ti è anche venuta grazie agli interessi dei tuoi familiari, qual è veramente stata la tua scintilla interiore a farti dedicare, da progettista, esclusivamente al sole?

 

E’ vita, è una fonte di energia. E’, quindi, tutto.

E’ iniziata quando lessi che l’irraggiamento solare che colpisce in un’ora la terra sarebbe sufficiente a produrre energia elettrica gratis per tutto il pianeta per un anno. E’ da lì che compresi che volevo lavorare solo con l’energia solare perché c’è troppo potenziale lì dentro per tutto il genere umano che in qualsiasi altro posto.

E più mi ci dedico, più mi rendo conto delle possibilità senza fine che si aprono in questo settore. Non le utilizziamo abbastanza e adesso è il momento di pensare a farlo. Noi che veniamo dal mondo del design dovremmo aiutare a diffondere questa filosofia.

 

 

Anche molti artisti visivi vanno nella stessa direzione, mi viene in mente quel che di recente ha prodotto Olafur Eliasson per esempio.

La portabilità del sole è qualcosa di così grande da affascinare molte menti favolose intorno al globo.

Come te.

Tu sei andata un pochino oltre, non lavoro solo sulla portabilità e in modalità wireless ma anche sulle superfici…Che tipo di incontro hai avuto con Swarovski in questo senso? Che risultati lavorando con i loro tecnici delle varie divisioni (il gruppo non produce solo cristalli e gioielli ma anche lenti per uso civile e militare)?

Trovi che l’incredibile pacchetto di conoscenza trovato ti abbia permesso di avanzare nella tua crociata ‘energia per tutti’?

 

 

Sì. Hanno un incredibile numero di ingegneri e designer capaci di calcolare come si piega la luce e, quindi, in grado di usare le proprietà dei cristalli per incrementare le performance di un pannello solare che quindi diventa assai più efficiente e lavora anche meglio. E’ fantastico!

 

 

Fantastico, ma anche assai poetico. Potresti scegliere molte applicazioni ma hai alla fine disegnato qualcosa di estremamente ricco di emozioni….E’ perché ti sei ispirata a qualcosa in particolare o perché sei proprio romantica?

 

Potrebbe sembrare lo sia, ma io sono sempre stata tanto affascinata da come il cielo cambi sempre e da come quei piccoli, sottili cristalli possano dirci come esso lavori – ad esempio dirci che da un angolo il cielo sia blu e da quello opposto è rosso. In questo ho potuto riconoscere proprio la fisica al lavoro e ho pensato che questa storia andasse raccontata. Oltre a raccontarla, siamo andati molto, ma molto più lontano.

 

 

Quando è stato che per la prima volta ti sei imbattuta in un cianometro?

 

Penso fosse quando dovevo scrivere una tesina sui colori, la luce e come lavorano.

La mia versione che vedi qui (indica le luci vive sopra di noi) è un filo più moderna: i pannelli solari raccolgono la luce e possono dirci come è il cielo adesso. Riflettono la meteorologia del giorno e la forma arrotondata delle lampade ci aiuta a vedere questa variazione, dal rosso dell’alba al blu fondo del crepuscolo.

 

 

I cristalli in particolare aumentano di molto la quantità di irraggiamento che ogni cella solare prende, quindi puoi dire che con il tuo cianometro moderno avrai sempre abbastanza potenza per far vivere il cielo acceso nella tua stanza…

 

Sì, l’efficienza dei pannelli solari è aumentata dell’8% grazie alla direzionalità sfaccettata che abbiamo ottenuto con i cristalli. Dato che non sono piatti, catturano la luce da ogni angolo e la direzionano lì dove c’è il pannello approfittando al massimo di ogni angolo.

 

 

Che applicazioni ci vedi dopo questo prototipo?

 

A parte raccontare una storia per la mostra, penso possano essere sviluppate per il catalogo di luci di Swarovski.

 

 

E parliamo di te ritornata di nuovo ad Amsterdam? Fonderai un’unità produttiva?

 

Voglio concentrarmi più sulle collaborazioni, sono fondamentali per quello che faccio. Ad esempio, il progetto che vedi qui è nato grazie anche alla partecipazione dello Energy Institute of the Netherlands e della loro capacità di produrre i pannelli solari. Il mio prossimo sogno è creare un padiglione di vetro interamente alimentato da energia solare e ho bisogno di trovare i partner adatti per finanziarlo. E’ stato straordinario lavorare con Swarovski perché con loro non ho dovuto preoccuparmi di questa parte del progetto.

 

 

 

Ed il libro conte in questo momento?

 

Quando ho letto The Solar Revolution di Steve McKevitt ed Anthony J. Ryan mi è cambiata la vita.

E’ la mia bibbia e ho addirittura fondato una società sull’energia solare. Mi piace molto anche leggere di mitologia.

 

 

E poesia?

 

Qualche volta, qualche volta. In olandese sia poeti classici che giovani.

 

 

Il tuo cibo e la tua bevanda preferiti?

 

Cambiano sempre, posso dire che adoro la frutta ed rabarbaro! Ho delle vere e proprie dipendenze, quando mi piace qualcosa ad esempio i pomodori ciliegini posso mangiarli ininterrottamente per una settimana di seguito fino alla prossima dipendenza. Adesso sono sulla burrata!

 

 

Un talento che hai, uno che ti manca

 

Il mio talento è sicuramente quello di non arrendermi mai, devo assolutamente andare fino in fondo: sono persistente e anche brava a convincere gli altri ad imbarcarsi nelle mie avventure. Dall’altro lato, talvolta prendo troppi rischi e devo migliorare nella cura del mio livello energetico.

Forse c’è un po’ questo dietro al fatto che abbia lasciato Londra, non è la città più adatta per lavorare sulla tua energia, ti richiede troppo.

Anche il fatto di fondare una società in un paese dove non saprai cosa succederà (si riferisce alla Brexit) è troppo rischioso.

 

 

Dove ti vedi tra dieci anni o in una distanza maggiore? Intendo, pensi di lavorare sempre nello stesso settore?

 

Io non vedo il mondo del progetto in termini di forma e funzione. Sono più dal lato dell’inventore, quello del pioniere di nuove avventure.

Voglio lasciare un segno, contribuire a dare un impatto positivo per un cambio di mentalità verso il modo in cui consumiamo energia e, potenzialmente, amerei creare un movimento attorno a questo cambio di mentalità. Oggetti che si auto-alimentano, edifici energeticamente autonomi, insomma usare l’ambiente in modo assolutamente migliore.

 

 

 

Per saperne di più su Marjan (in lingua inglese): http://www.marjanvanaubel.com/about/

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