Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale (1896-1981, Italia), tratto da Ossi di seppia – 1916 (Mondadori, Milano)
Copertina: Sun&Sea (Marina), opera-performance di Rugile Barzdziukaite, Vaiva Grainyte, Lina Lapelyte alla Biennale Arte 2019, Venezia © Andrej Vasilenko