Movana, Hong Kong

 

La tua storia in dieci righe, con un accenno alla tua formazione

Ho iniziato a studiare moda a Londra nel 1997. Poi sono tornata a Hong Kong dove ho lavorato per sette anni come contabile nell’attività di famiglia.

Un giorno passeggiavo intorno all’Hong Kong Arts Centre e decisi che avevo bisogno di fare un corso di pittura. Finii per fare un master in arti visive. Mi ha spronata a lasciare il lavoro e diventare un’artista. Ho iniziato i miei progetti di ricamo nel 2004: erano stati ispirati dal mio Measuring Myself, il mio primo progetto artistico che risale appunto al 2004: 139 libri presi dalla mia libreria e necessari a formare la mia altezza (150 cm) – ecco, così è iniziata la mia relazione con i libri e con il corpo.

Attualmente mi concentro sull’arte da indossare creando quelli che io chiamo Body Containers (corpi contenitori), sculture, fino agli anni più recenti quando ho iniziato un progetto che mi accompagnerà tutta la vita e che si chiama Travelling Into Your Bookshelf che vuole creare dialoghi attorno alla memoria di libri che io colleziono, e che sono tutti doni delle persone che incontro nei miei viaggi attorno al mondo


Ricordare cucendo. Disegnare con le memorie e con i corpi. Sembra che tu cerchi di riscrivere storie e anche il tempo dell’oggi con le tue performance e con i tuoi vestiti che cambiano la struttura di pagine scritte e stampate. Che diventano tessuto – ed oltre!

Spesso vesti identità multiple, sempre avendo bene in mente di condividerli con la società che ti circonda. O, altrettanto spesso, ti metti in viaggio con il tuo bagaglio di ricordi in forma di libri: è come se affettassi la tua libreria personale e offrissi performance itineranti a chi è pronto ad unirsi, cucendo.


Qual è la mostra più intensa di Travelling Into your Bookshelf e perché? E quale è la prossima in calendario?

La mostra più intensa è stata sicuramente nel 2013: intitolata KNITerature si è svolta a ArtisTree ad Hong Kong. Ho lavorato moltissimo per due anni a preparare questo progetto, una personale, pensato per uno spazio assai vasto (6096 metri quadri) con un pezzo notevole, knitting conversations, che ha coinvolto 150 partecipanti di tutto il mondo. Ho invitato membri della mia famiglia, amici, studenti e anche stranieri a darmi un libro – uno che avesse un significato speciale o una memoria particolare. Dopo che il libro viene fatto a striscioline e ricamato dai partecipanti per settimane, mesi e anche anni, nei loro luoghi, agisce come uno spazio (dove avviene la trasformazione di tutti i pezzi) – dal libro a un pezzo ricamato. Uno ad uno, ho ripreso tutti i pezzi finiti, semi-finiti e incompleti dai partecipanti, li ho intessuti insieme e alla fine ho presentato un’installazione lunga 15 metri in KNITerature. Il giorno dell’inaugurazione, oltre 50 ricamatori si sono ritrovati grazie a questa forma di lavoro collaborativo e hanno offerto una performance di ricamo. Molti di loro si sono incontrati per la prima volta grazie al fatto di aver partecipato al progetto e sono rimasti connessi: in questo modo è nata una comunità di ricamatori, estendendo la partecipazione in forma personale al progetto della fase precedente a quella pubblica della mostra e della performance.

Travelling into Your Bookshelf è del 2009, sono stata invitata a viaggiare a Londra, Milano, Parigi, Seul, Filadelfia, Michingan, la Sicilia, Melbourne, Hannover, Berlino e, più recentemente, Venezia, Istanbul e la Cappadocia. La parte più toccante di questo progetto è finire ogni volta in una città diversa, che non conosco, con la mia grande valigia e incontrare tante persone diverse con la mia arte. E’ fantastico, pieno di avventure, sorpresa, ispirazione, energia: ognuno e ciascuna cultura sono connessi.

Travelling Bookshelf è un mondo ricamato, dove gustare un sogno impossibile, una storia che non finisce mai, un pezzo che attraversa tempo, luoghi, persone, culture, storie e amori.

Come artista penso di essere davvero fortunata di avere questo progetto lungo una vita, non arrivo mai sola quando viaggio in un posto nuovo, è sempre una gioia essere insieme, connessi, a ricamare una nuova relazione.

 

La prossima destinazione?

Sono nella provincia dello Yunnan (Cina) dalla fine del 2015 e sarò a New York nella primavera 2016.

 

Qual è una buona lettura, secondo te, per un artista che inizia? E una buona scuola che insegni la vita, arti e design tutti assieme?

Per me, ogni volta, una buona lettura è ascoltare una storia dalla persona che mi ha dato un libro – una vera e segreta storia dalla sua vita e una storia dal libro, qualche volta non c’è neanche bisogno di capire il linguaggio della storia stampata nel libro, puoi già leggere la storia.

Una buona scuola che insegni vita, arte e design insieme? Per me non è importante imparare l’arte da una scuola, è più importante impararla dal tuo viaggio di vita.

 

Quanto è difficile iniziare, e continuare, con la tua arte in una città come la tua, o in generale?

Hong Kong, di sicuro, è un ottimo posto per la creazione artistica perché il suo mercato è fiorente. Ma è assai difficile trovare fondi e supporto dal governo locale, poi devo dire che gli affitti degli studi sono molto alti e continuano ad aumentare ogni anno – quindi tutto sommato per un artista sta diventando assai difficile risiedere in città. Un giorno ol’altro dovrò andare via.

 

Che incontri fai quando lavori?

Quando sono ad Hong Kong sono per lo più in studio – leggo, ricamo, ascolto musica o chiacchiero con gli amici.

 

Il più importante traguardo come artista? E quello personale, di chi vive in questo mondo?

Come artista, il progetto personale del 2013, KNITerature, su oltre 6000 metri quadri ad Hong Kong ad ArtisTree. Come persona, penso di essere la più fortunata sorella maggiore in una grande famiglia con cinque sorelle ed un fratello, ci supportiamo molto e condividiamo tutto.


Una cosa bella capitata di recente?

Una performance molto impegnativa in Cappadocia, Turchia.

Un giorno io ed un amico che mi aiutava per il progetto, Tunni Kraus, stavamo facendo un’escursione nella valle di Goreme: eravamo molto sorpresi perché avevamo incontrato solo una coppia durante il cammino (di mattina, quando avevamo iniziato) e fino al tramonto eravamo soli, persi nel paesaggio straordinario e potente. Sembrava camminare indietro nel tempo, secoli fa, quando ancora gli umani vivevano nel loro ambiente naturale.

Ha rappresentato per me il primo momento in cui mi sono vista veramente, in cui ho potuto finalmente gustare l’area croccante, sentire la mia temperatura corporea e il mio corpo e anche il pezzo d’arte della libreria viaggiante, fino a sentire il minimo del nostro peso corporeo. E’ stata anche la prima volta che ho esteso la mia performance non solo ad una città ma ad un intero paesaggio naturale. Spero che questa meraviglia rocciosa e nascosta non venga danneggiata o distrutta dal mondo contemporaneo.

 

Il tuo cibo preferito?

Pesce

 

Il tuo drink preferito?

Tè.

 

La musica e il libro con te in questo momento (e dove si trova)?

La musica con me ora è di Mehmet Erdem (musica turca), un amico mi ha comprato un album firmato dal cantante quando siamo andati insieme a un concerto a Istanbul.

Un libro con me ora sta su un tavolo quadrato di legno, è Salvadorena di Cecila Samartin, che mi ha dato una signora in Cappadocia quando ha condiviso la sua storia con me – compreso come amava quel posto, che visitò per la prima volta 16 anni fa, dove ha incontrato suo marito.

Questo libro è della sua scrittrice preferita, Cecilia Samartin, ed è scritto in norvegese, lo ha portato dalla sua città natale. Mi ha anche raccontato la storia del libro: una storia vera, accaduta in Norvegia esattamente nella città dove lei era cresciuta, io sono sempre affascinata dalle storie vere molto commoventi.


In che modo cerchi di vivere ‘lentamente’ se ti piace farlo, in una città come la tua?

Negli ultimi anni dopo che ho viaggiato in varie città, ho imparato dalle persone che ho incontrato lì e cerco di vivere ‘slow’ quando cammino, mangio, parlo, progetto – è una maniera fondante per godersi la vita.

 

Un talento che hai e uno che ti manca?

Quello che ho è pensare, sempre, positivo; essere piena di energia e come artista di condividere l’amore con le persone che incontro durante il progetto della libreria itinerante. Quello che mi manca è amare me stessa, un viaggio che devo fare imparando da altri, ma è un viaggio importante quello di trovare se’ stessi.

 

Dove ti vedi tra 10 anni?

Penso di essere da qualche parte ancora con la mia libreria viaggiante, ma a quel tempo sarò già stata in più di 30 città e magari il pezzo sarà già lungo più di cinquanta metri…

 

Cosa hai imparato, sin qui, dalla vita?

Che la vita è un viaggio per conoscere posti differenti, culture e per condividere l’amore con chiunque attraverso la tua energia positiva.

Ho imparato anche a essere onesta con me stessa, a non pretendere sempre troppo. Che ogni tanto fa bene essere debole, seguire il cuore e fare quello che desidero.

Per godere di ogni momento.

 

Per scoprire di più sul lavoro di Movana: http://www.movanachen.com

 

Movana Chen è in mostra, fino al 31 marzo 2015 (Espace Louis Vuitton, San Marco 1345, Venezia) in A Tale of Costumes, dove ha usato i cataloghi della Maison fatti a striscioline per ricamare uno speciale vestito.

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