La vostra storia in poche righe, con un accenno sulle vostre origini
Alessandro Guagni: Sono nato a Roma ho fatto il liceo Classico, mi sono laureato in ingegneria edile e dal ’99 sono imprenditore nel settore dell’edilizia con una particolare specializzazione nella realizzazione di progetti di architettura di interni. Sono sposato, ho due figlie, amo la mia famiglia, il mio lavoro e non ho molto tempo a disposizione. Nonostante ciò è da molto tempo che sentivo la necessità di una nuova sfida che potesse essere allo stesso tempo un’attività imprenditoriale ed anche evasione e divertimento.
Lorenzo Bianchi: I miei genitori sono marchigiani, trasferiti a Roma.
Sono quindi nato a Roma, il 12.5.69. Dopo scuole classiche, mi sono laureato in giurisprudenza.
Ho fatto il servizio militare, studiando per l’esame d’avvocato.
Sono avvocato dal 1996 ed opero nel diritto commerciale.
Sono sposato con Michela dal 1999 ed abbiamo tre figli (Camilla, Rodrigo e Giorgio) ed un cane (Kobe, come Kobe Bryant).
La vostra idea di agricoltura (e di cucina) coinvolge allo stesso modo occhi ed il piacere dei ricordi – i vostri personali e anche quelli della natura, dei luoghi e delle tradizioni
Alessandro Guagni: La Kissing.lab società agricola che detiene il marchio kissinGarlic, rappresenta per me la possibilità di lavorare in un contesto totalmente nuovo e accattivante, a contatto con la natura e con i suoi ritmi “lenti”, nel settore commerciale del food che mi appassiona moltissimo, insomma una grande sfida che mi diverte e che inaspettatamente sta diventando un business. Non posso dire di avere una tradizione familiare in materia di agricoltura ma….il richiamo c’è!!
Lorenzo Bianchi: Sì. Detto in semplicissime parole, vogliamo fare un’agricoltura bella, elegante, naturale e nutrizionale, tornando alla tradizione italiana.
Ad esempio, se nel nostro impianto viene un visitatore, desideriamo che lo stesso sia avvolto dalla bellezza del luogo, della piantagione e dai profumi e che sia edotto del nostro sistema di lavorazione. Insomma che sia coinvolto nella semplicità della lavorazione contadina, che collabora con la natura, non che la domina o violenta.
Come avete iniziato a fare gli imprenditori agricoli? E quale è stata la scintilla per re-inventare questa incredibile, e primordiale, attività dell’aglione e perché al Conero?
Alessandro Guagni: La scintilla è stata semplice e tutto è capitato per caso: ero in vacanza in Toscana e precisamente nella Val di Chiana, ho visto su una bancarella di mercato qualche testa di questo aglio dalle dimensioni giganti. Le teste vanno dai 200 ai 600 gr contro i 40/60 gr dell’aglio comune. Incuriosito ne ho comprato una testa, l’ho assaggiato e sono rimasto stupito per il gusto leggero, avvolgente, leggermente piccante e poco persistente. Ho chiamato Lorenzo, amico di vecchia data, che lo ha assaggiato mi ha detto ” è buonissimo” !! Ci è sembrato geniale: un prodotto selvatico (non creato dall’uomo) quindi naturale, che incuriosisce per le dimensioni ma che soprattutto è perfetto per tutti quelli che amano l’aglio ma non ne sopportano le spiacevoli conseguenze …abbiamo deciso di coltivarlo!!! Così siamo partiti tre anni fa e così è nato il kissinGarlic – l’aglio del bacio.
Perché nelle Marche? Perché Lorenzo ha una terra meravigliosa nelle Marche vicino al monte Conero e da lì siamo partititi!
Lorenzo Bianchi: Mio padre mi ha lasciato un po’ di terra vicino al Conero. Era terra sostanzialmente abbandonata. Ho quindi studiato per due anni e ricercato qualcosa per valorizzare la terra di mio padre.
Ero e sono convinto che la regione Marche abbia delle potenzialità pari o addirittura superiori alla Toscana, considerata all’estero la regione agroturistica per eccellenza.
Dopo tanto studio, ho impiantato un bosco di 3.000 alberi di ciliegia selvatica (c.d. amarena o visciola), che è una pianta, anch’essa della tradizione italiana, dimenticata e scarsamente prodotta.
Da qui il via. Alessandro ha trovato l’aglio del bacio e ci siamo messi a produrlo.
E’ dura ma ci piace, ci divertiamo. L’agricoltura ci appassiona talmente tanto che stiamo sviluppando altri progetti, tutti incentrati sulla produzione agricola della tradizione italiana dimenticata. Per la via più naturale possibile: restituendo al prodotto l’onore dell’eccellenza made in Italy.
Il traguardo più importante al lavoro e quello, dall’altro lato, più intimo?
Alessandro Guagni: La mia vita di imprenditore è piena ogni giorno di risultati importanti, di sudate vittorie ed anche di gelide sconfitte. Non saprei indicare un particolare risultato ma dopo quasi vent’anni d’impresa la soddisfazione più grande e guardarsi indietro e vedere quanto si è costruito, quanta strada, quanta passione, quante sfide.
Lorenzo Bianchi: Nessuno in particolare. Moltissima gente ci dice che stiamo facendo qualcosa d’importante, che siamo bravi, ecc. ecc.. Però, almeno per me, il risultato più importante è lo spettacolo agricolo realizzato. Quando mi fermo, mi siedo sul campo e mi guardo attorno rimango sempre stupito di quanto di bello e positivo si può fare: da zero a: 1) impianto agricolo, 2) società agricola, 3) amministrazione commerciale, 4) gradimento del consumatore. Ed ovviamente dietro ognuno dei detti quattro punti c’è un mondo di lavoro e passione. E la cosa straordinaria è che ne io ne Alessandro sapevamo d’agricoltura.
Gli incontri che fate al lavoro?
Alessandro Guagni: Clienti, collaboratori, progettisti, operai, fornitori ma ora anche, chef stellati, critici culinari, agronomi, contadini e coltivatori.
Lorenzo Bianchi: Colleghi, giudici, clienti, cuochi, contadini, agronomi e soprattutto mia moglie.
Cosa date alle vostre città, e viceversa cosa ne ricevete?
Alessandro Guagni: Qualunque città mi da stimoli, spunti. Vice versa non so….
Lorenzo Bianchi: Ho veramente poco tempo per dare e ricevere dalla città.
Le vostre passioni culinarie?
Alessandro Guagni: Amo la cucina in generale, nessuna nello specifico. Mi colpiscono gli chef che trovano l’alchimia fra tradizione e innovazione
Lorenzo Bianchi: Mi piacciono tutte le cucine. Anzi, quando ne ho la possibilità mi piace provare sempre qualcosa di nuovo.
Vino o bevanda preferita?
Alessandro Guagni: Sicuramente vino, spesso rosso sempre italiano, dal nord al sud si trovano delle eccellenze assolute
Lorenzo Bianchi: Ultimamente bevo sempre vino rosato. Mi piace il bianco e sono anni che non bevo più il vino rosso.
La musica e il o i libri con voi ora?
Alessandro Guagni: Mi piace la musica in generale, italiana se possibile. Adoro i romanzi storici, in questo momento sul mio comodino c’è la storia di Giulio Cesare di Conn Iggulden.
Lorenzo Bianchi: Mi piace tutta la musica. Al momento sul tavolo ho due libri: uno è sui fiori selvatici del mediterraneo e l’altro è sulla storia medioevale.
Leggo e studio alla ricerca di nuove idee.
Sui fiori, è facile comprendere cosa stia cercando.
Sulla storia, mi sto documentando per provare a rilanciare il mio paese d’origine, Offagna (AN), che ha appunto un castello medievale.
Dove siete riusciti a vivere lentamente, se ci siete riusciti?
Alessandro Guagni: Il mare, in particolare le isole Greche. Fra le città sicuramente Berlino, strano…ma vero. Ci vado spesso, ritmi lenti e stimoli continui.
Lorenzo Bianchi: Nowhere. Se non faccio qualcosa mi annoio. Poi, mentre sto facendo quel qualcosa, penso spesso: ma quando rallento ? Quando mi potrò rilassare? Ho sonno.
E’ una lotta.
In realtà riesco a rallentare solo sul campo. Lavoro con fatica, sempre di corsa. Mi guardo intorno e le piante stanno lì ferme. E penso: io corro e mi ammazzo di fatica e queste stanno lì al sole, immobili. Crescono talmente lentamente che mi viene l’invidia. E allora mi fermo a guardarle. Hanno ragione loro. Il tempo passa sempre e comunque per tutti. Ma la differenza la fa il “come” passa il tempo. Insomma, guardare le piante rallenta la vita. E quindi vivi di più.
Un talento che avete e uno che vi manca?
Alessandro Guagni: Mi piace pensare di avere l’inventiva e… purtroppo non ho la pazienza
Lorenzo Bianchi: La concretezza. La diplomazia.
Cosa avete imparato sin qui dalla vita?
Alessandro Guagni: Non saprei, guardo sempre avanti…….ve lo dirò alla fine!!
Lorenzo Bianchi: Il tempo. E’ tutto tempo.