Chiara Parisi, Parigi

Informazioni provenienti dalla città solo un paio di ore fa hanno confermato lo stato di emergenza e la cosiddetta legislazione di emergenza almeno fino alla fine del 2016. Entriamo nella Monnaie di Parigi, uno degli edifici più segnati dalla storia materiale, che si trova nel sesto arrondissement e si affaccia sulla Senna. Si trova solo a pochi passi dalla stazione delle linee regionali, e pertanto potenzialmente visitabile da un numero infinito di persone proveniente da ogni dove.

E’ uno spazio culturale molto inclusivo – per ogni età di visitatori. Ad aprirci le porte una storica dell’arte Italiana molto radicata a Parigi, con cui la liason dura dal 2000, per anni concentrata sull’arte ed il paesaggio.

In questo edificio monumentale oggi Chiara lavora in un ruolo che è stato fatto apposta per lei – ha cambiato l’attività principale della vecchia fabbrica di monete da uno spazio che ospitava solo mostre temporanee ad un centro di produzione culturale dove è possibile spendere mezza giornata dopo aver visto arte: interagendo, imparando, a volte comprando oggetti creativi a prezzi stracciati, spesso giocando con mostre interattive, mangiando, facendo acquisti, e, molto spesso, seguendo dei seminari con pensatori e teorici seminali.

 

 

La tua storia in poche righe deve essere densa e complicate in termini di scelte e interessi – puoi cominciare dai tuoi primi anni?

 

Dopo aver conseguito il dottorato in storia dell’arte presso l’università La Sapienza di Roma, ho insegnato per qualche anno. Poi, a partire dal 2000, sono stata curatrice presso l’Accademia di Francia e ho organizzato un paio di mostre intitolate La Folie de la Villa Médicis (La follia della Villa Medici).
Dal 2004 al 2011 ho diretto il  (Centro internazionale d’arte e del paesaggio) sull’isola di Vassivière in Francia dove, tra le altre cose, ci siamo occupati di produrre mostre in un modo molto sperimentale con artisti affermati e giovani artisti emergenti. Abbiamo presentato le personali di Yona Friedman (che, nel parco delle sculture dell’isola, ha creato la sua prima grande opera terrestre dal titolo Licorne Eiffel), Marisa Merz, Claude Lévêque, Hubert Duprat e anche Cyprien Gaillard, Thomas Houseago, Rosa Barba… Dopo sette anni sull’isola di Vassivière sono davvero stata in grado di apprezzare e misurare il modo in cui il posto che ospita gli artisti occupi un posto centrale nella loro attività creativa. Dopo questa forte esperienza, volevo continuare questo impegno verso la creazione di opere e mostre in situ in un posto di fascino e storia illustre.

 

Sono stata sopraffatta dalla storia della Monnaie di Parigi, il suo carattere industriale, la sua capacità di rinnovamento. Questo è un posto che non ha eguali al mondo: una fabbrica, un museo, un palazzo di fianco alla Senna… Dal 2012, come direttore dei programmi culturali della Monnaie ho sviluppato fantastici progetti urbani con Mohamed Bourouissa e Booba, Rob Pruitt con il suo Flea Market (mercato delle pulci) e anche fatto eseguire nuovamente la più nota, e anche la più difficile da eseguire, opera di Stockhausen: l’Helicopter String Quartet (il quartetto d’archi ‘Helicopter’). Nel 2014 abbiamo riaperto i saloni del 18° secolo restaurati con la stimolante mostra di Paul McCarthy Chocolate Factory (Fabbrica di cioccolato), trasformando la zecca in una grande, funzionante fabbrica di cioccolato. Poi, nel 2015, abbiamo presentato il meraviglioso Musée d’Art Moderne – Département des Aigles (Museo di Arte Moderna – Dipartimento delle Aquile) di Marcel Broodthaers, seguito da un’enorme mostra collettiva con 44 artisti: Take Me (I’m Yours) (Prendimi – sono a te), con i curatori Christian Boltanski ed Hans Ulrich Obrist. Nel 2016 gli spazi sono stati usati da Jannis Kounellis e successivamente Bertrand Lavier ha fatto il suo tributo a Raymond Hains con una mostra-conversazione Merci Raymond par Bertrand Lavier (Grazie Raymond da Bertrand Lavier).

 

 

Non te la prendere con noi per questa domanda semplice e diretta, certamente per te ripetitiva: non hai rimpianti nel lavorare qui e non in un’istituzione del tuo paese natale?

 

Aprire uno spazio dedicato all’arte contemporanea presso la Monnaie di Parigi, la più antica fabbrica (1150 anni di età) e ancora in funzione nel cuore di Parigi, permette di concepire una ‘macchina pensante’, una struttura capace di produrre e offrire contesti straordinari per gli artisti ospiti. È anche un modo per creare opportunità per i visitatori di vivere esperienze uniche e grandiose, basate sulla complicità tra i luoghi della vita, del lavoro, della produzione e dell’esposizione.

 

 

Come vivi il fatto che non sempre metti in mostra ‘opere felici’ o ‘processi felici’ con il mondo internazionale delle arti visive e i suoi collezionisti, commercianti e istituzioni – che tipicamente sono alla ricerca di ‘opere felici’ da appendere ovunque?

Penso che il mio rapporto con l’arte sia piuttosto diverso. Penso ad esempio alla nostra collaborazione con Bertrand Lavier nel concepire il lavoro Merci Raymond, un dialogo genuino e profondamente vitale tra Bertrand Hains e Bertrand Lavier. Più che ‘opere felici’, sono alla ricerca, e sono interessata, delle/alle idee e dello/nello spirito dell’artista, la sua relazione con il nostro tempo, e il modo in cui è possibile ripensare e riconsiderare tutto ad ogni esposizione.

 

Parigi, e la Francia in generale, se viste da lontano, sembrano cambiare: dalla società più aperta possibile ad un recente prodotto del terrore – un luogo lontano e spaventato. Come vivi questa situazione come cittadina di una città dove si sono accentuate le fratture già esistenti tra le varie comunità che la popolano?

Continuando a lavorare, continuando a collaborare, invitando artisti e persone a continuare a pensare e sviluppare il loro lavoro: questo è quello che faccio quotidianamente.

 

Un incontro memorabile accaduto di recente?

Un pomeriggio con Maurizio Cattelan.

 

Puoi condividere con noi la tua passione culinaria preferita?

Mangio solo le cose pensate e cucinate dalla giovane chef star, Tatiana Levha nel suo ristorante fantastico nell’XI arrondissement.

 

Qual è la tua bevanda preferita?

Gin Tonic – bevo solo liquidi trasparenti.

 

 

Che musica e quali libri hai con te?

Tutto Daniel Arasse, Lettera a uno sconosciuto di Cage, il Mose et Aron di Schoenberg e Daft Punk con tutti i ‘Top 100’ di Davide Bertocchi.

I libri sono una pila enorme, non ricordo, non leggo, sfoglio solo per vedere le immagini o la tipografia e accumulo libri che hanno l’aria bellissima. Leggo e rileggo solo un autore: Wallace.

 

Come vivi ‘lentamente’, se ti piace, nella tua città?

I pini – adoro vedere il colore dei pini di Roma.

 

Un talento che hai e uno che ti manca?

Perseverare – lavoro così.

 

Dove ti troverai tra dieci anni?

A bere in una piazzetta romana con delle amiche e poi a vedere un Caravaggio nella prima Chiesa che incrocio.

 

 

Per conoscere meglio la Monnaie di Parigi: http://www.monnaiedeparis.fr

Lascia un commento