Claudi (Pinc Louds, New York)

 

La tua vita in poche righe prima che incontrasse i Pinc Louds (la tua band, che è composta da te, Ofer Bear, Ray Mundo, Marc Mosterrein)…

La mia vita era fatta di ombre verdi e di aiuti alle vecchie signore a trascinare le loro borse del supermercato. Era anche danzare sulle punte e masticare matite. Era raccontare storie e marimba su una montagna, nella mia testa, sull’isola di Puerto Rico. Ero un bambino felice.

Più tardi le foglie si seccarono ed il sole divenne bianco, rimbalzando su tutto. Il dolore intorno a me si fece troppo evidente ed il mi cervello si adombrò. Ho vissuto molti anni in questa oscurità. Strisciando ciecamente in giro per il mondo alla ricerca di quelle ombre verdi. Poi, un giorno, nuvole rosa si spalmarono sopra il sole e invece delle ombre verdi, ottenni ombre rosa e questo è stato un nuovo tipo di pienezza.

 

 

E la tua vita dopo?

Tutto si è ricomposto direi magicamente con i Pinc Louds. Incontrai Rai e Ofer Bear ad una festa del Day of the Dead proprio quando queste nuvole rosa iniziavano a formarsi. La ragazza che dava quel party mi regalo un bellissimo vestito rosa e tutto si mise a posto.

La mia fortuna è oltre, è incredibile. Ho iniziato a suonare nelle stazioni della metropolitana e sono stato in grado di guadagnarmi da vivere così mentre promuovevo la band e i nostri live. E le persone iniziavano a venire ai nostri concerti. Da lì, molti altri ‘umani’ cominciarono ad unirsi al gruppo, come i pupari (Jamie McGann, Madison Berg, Kevin Pérez e Jamie Emerson), MTA Pedro (il nostro preferito come danzatore, percussionista e cantante tra i lavoratori della MTA la compagnia della metropolitana di NYC), Marc Mosteirin (il più grande chirurgo tastierista di sempre) e dozzine di altre persone che ci hanno aiutato, solo per amore dell’amore…

 

 

Sei l’autore delle canzoni straordinarie della tua super band indie e i tuoi abiti sono sempre molto curati e dettagliati sulla tipologia della performance e sull’atmosfera del concerto. Le scelte sonore dei Pink Louds sono molto originali. E davvero attraversano tantissimi generi, oltre che variare moltissimo anche all’interno di ciascuno. Ti puoi aspettare una ballata melodica super sintetica spruzzata del jazz à la Nina Simone oppure il sound scarnificato di un certo metal o di un certo rock ma anche, se posso azzardare, il country più aulico e raffinato…e sono sicura che gli altri vostri fan potranno riconoscervi e leggervi molte altre influenze.

Usi anche un inedito metodo. Mischi falsetto e diversità di genere (declami, è proprio il caso di dirlo, più che canti a volte, anche con un tono sia femminile che maschile). Da dove viene quesa ispirazione?

Dove posizioneresti la tua musica live? Più ad un tramonto mozzafiato in un paese del mondo terzo mentre canti da un camion, alla ultima Red Bull Music Academy, al raffinato party di un brand di moda nella vostra città, NYC, oppure sempre e comunque in una stazione della linea L? Chiedo questo perché tu sei anche tanto un performer oltre ad essere un cantante e il pubblico sembra super importante per te…

Le mie ispirazioni sono come sogni: sono sempre ancorate in posti o su persone reali (Chordettes, Gene Austin, Bobby Capó, Ismael Rivera, Violent Femmes, Billie Holiday…) ma nello stato vacuo del sogno vengono distorti, gli acquerelli si mischiano uno sull’altro e non ho veramente un grande controllo su di loro. Semplicemente, tutto accade. Mi sento in un certo modo e la musica esce fuori, affogata in specchi di sola andata che cantano e urlano ma non vedono cosa riflettono.

Spero che la nostra musica sia adatta ad ogni luogo. E adoro sempre nuovi luoghi. Abbiamo suonato in cocktail bar di lusso, in un piccolo ristorante cinese di Chinatown, e proprio di recente su una piccola barca in navigazione sui canali di Venezia (con amplificazione e tutto!). Penso sia importante che l’arte e la musica siano in spazi non convenzionali. Il mondo ha bisogno di più amore, più sentimenti spontanei, più realtà. E c’è bisogno che tutto questo sia disponibile per tutti.  Se l’unico modo per ottenerlo è essere parte di un’élite che sa dove trovarlo (e lo paga), allora siamo fottuti.

Gli artisti hanno bisogno di pubblico che testimoni la loro creazione. Le strade sono piene di persone. Cosa altro posso dire?

 

 

Mi sarebbe piaciuto chiederti qualcosa a riguardo del razzismo enorme che esiste negli Stati Uniti e della vita, ultimamente molto dura, a NYC ma ho anche pensato che queste domande ci avrebbero deragliato dalla tua creazione: ho notato che nelle tue canzoni la politica ed i più grandi disastri sociali non sono molto presenti…

Tutto è politico. Non includendo ‘la politica’ nell’arte è politico. Suonare per le strade (spesso illegalmente) è un atto politico. Non mi piace parlare di persone, paesi o disastri specifici nelle mie canzoni perché non penso sia necessario al fine di fare un passo. Non mi piace come suonano in generale le canzoni che sono troppo ‘indirizzate’.  Sento che limitano un po’ l’immaginazione dell’ascoltatore e addirittura che lo rendano un po’ condiscendente a volte. 

Il giorno dopo che ha vinto Trump, sono andato a suonare in metropolitana. Mi sono sentito un po’ strano perché, come hai detto, le mie canzoni non sono ‘politiche’ e sentivo che il mondo aveva bisogno di un artista politicamente orientato per aiutare le persone a protestare o almeno a sopravvivere allo shock di quello che era appena successo…Decisi di fare un piccolo banner con la scritta ‘siamo ancora vivi’ e suonare la stessa musica di sempre. Questo è il meglio che posso fare. Ricordare agli altri (e a me stesso) che fino a quando abbiamo del respiro nel nostro corpo, possiamo fare del nostro meglio per essere felici e aiutare questo mondo ad essere come lo vogliamo.

 

 

La musica con te adesso (non la tua) e il libro (o i libri) che hai tra le mani?

Di recente sono stato molto fortunato a suonare in acustico con una band chiamata Ava Rocha recently. Sono brasiliani e sono fantastici in molti modi differenti. La loro musica è incredibilmente intricata, ritmica e potente. Le canzoni sono teatrali in modo molto meno ovvio di Os Mutantes, per dire (che io amo) ma molto visuali e acquatiche, dolci e piene di vita.

Adesso ascolto molto anche Joe Cuba. Perché la vita è troppo breve per non ascoltare un sacco di Joe Cuba. 

Adesso leggo le Cosmicomiche di Italo Calvino e Sapiens di Yuval Noah Harari. Entrambi parlano, in modi differenti, dell’origine del nostro universo e della nostra specie. La prima storia delle Cosmicomiche è una delle più belle 14 pagine mai scritte.

 

 

Cibi e bevande preferiti?

Beh, tornando dall’Italia posso dirti che ancora non ho potuto venire fuori dalla dipendenza da Aperol Spritz, quindi nomino quello. Ma anche un frullato al latte freddo è qualcosa di fantastico.

Cibo? Cereali. Honey Bunches of Oat con latte intero. Adoro anche un certo gelato che chiamiamo “cereal milk soft serve”.

 

 

Dove ti vedi tra dieci anni?

Adorerei essere un imbonitore a Coney Island. Quel genere di persone che dicono ‘Venite, signori e signore, a vedere il topo più forte del mondo in grado di sollevare un bambino!’

 

 

Cosa hai imparato sin qui dalla vita?

Di recente ho imparato che se prendi un Benadryl per dormire su un aereo, dovresti aspettare di essere prima sull’aeroplano. Ho sbagliato a prenderlo prima, quando ancora lo attendevo, perché poi l’aereo è stato ritardato di sei ore. In qualche modo sono riuscito a strisciare fino al mio sedile, ma non è stato un bel vedere…

 

Per scoprire di più sui Pinc Louds, ascoltare la loro musica ed acquistarla:

https://pinclouds.bandcamp.com/releases

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