Si incontrano per caso. Ed entrambi realizzano il loro sogno, cambiare vita restando nella loro città. Il risultato? Un indirizzo inconsueto e lento, Ciclosfuso, nel cuore di una delle aree più affollate di Milano: ospita un’osteria che serve per la maggior parte vino sfuso e cibo italiano gourmet e una ciclofficina.
Gianluca e Matteo: la vostra storia in dieci righe, con un pizzico di dettagli in più su come siete arrivati (e partiti) per quella vacanza greca che vi ha fatti incontrare
G: Ho passato gli ultimi due anni, molto pieni, cercando di capire quale potesse essere lo sviluppo futuro per la mia vita, avendo già capito che avrei cambiato non solo la mia sfera professionale ma anche quella personale.
Ho quindi poi dedicato un anno intero a rendere concreto il progetto di Ciclosfuso, mettendo insieme due mondi apparentemente differenti (il vino e la bicicletta) e cercando di convincere chi mi stava vicino, le persone ed il mio mondo di riferimento, che non era un gioco ma un progetto di vita.
M: Beh, a quella vacanza ci sono arrivato dopo aver passato 40 anni nel mondo dello sport, prima giocando a calcio e poi a pallacanestro, infine insegnadolo il basket, come allenatore. Poi l’incontro fortuito con Gianluca due anni fa in Grecia. Che anno intenso, passato a studiare il mondo della bicicletta in tutta Europa e scoprendo ed assaggiando vini italiani di grande qualità insieme a ottimi formaggi, ottimi prosciutti e marmellate prodotte in piccola scala.
Nel frattempo la ricerca di uno spazio consono, come quello che alla fine abbiamo trovato, dove far nascere Ciclosfuso.
Mi piace guardare alla poesia, in generale, come se stessi vicino a giardini e paesaggi…spazi aperti e spazi di natura. Come cercherete di avvicinarvi alla poetica della bicicletta mentre si beve un vino sfuso (o dopo) in una città come Milano e, specialmente, in un quartiere come quello che avete scelto (assai vicino alla vita convulsa e un po’ kitsch dei Navigli)?
G: Il contrasto tra la vita molto veloce di Milano ed il nostro fortissimo desiderio di tornare a “vivere la nostra vita” e avere qualche momento libero da condividere con gli altri, è la ricetta vincente.
M: Fondendo le mie due grandi passioni in Ciclosfuso – la bicicletta che da sempre adopero per gli spostamenti quotidiani in una città come la mia, dove sono nato: Milano; il vino, da sempre l’ingrediente fondamentale alla mia tavola.
Immaginate di stare ora seduti ad un tavolo di Ciclosfuso, ma tra cinque anni: sarete sempre lì e come vi immaginate?
G: Saremo sempre qui, certo. Ma magari io sarò seduto al Ciclosfuso di Barcellona.
M: L’idea è di trasformare Ciclosfuso in un franchising. E quindi mi posso immaginare seduto ad un tavolo in un’altra città Europea. Barcellona, per esempio!
Un ex manager ed un ex allenatore. In questa ottica, avete trovato difficoltà a promuovere questo tipo di attività e diventare imprenditori nella vostra città?
G: Troviamo sia lo stesso tipo di lavoro ma sviluppato in aree differenti, tuttavia non così lontane da quello che facevo prima da manager in un ufficio.
M: La scelta di mettere assieme bicicletta e vino è un po’ rischiosa, ma siamo convinti che questa sarà una formula vincente. Milano sembra essere sensibile a queste due anime così “differenti”.
Che incontri fate nella vostra routine lavorativa?
G: Persone comuni che hanno voglia di parlare normalmente e ascoltare le storie delle nostre vite.
M: Noi stessi diamo il benvenuto ai nostri clienti tutto il giorno. La mattina, prima di aprire Ciclosfuso, andiamo a fare la spesa e poi puliamo e quindi lavoriamo perché tutto sia pronto per il pranzo.
Cosa vi offre la vostra città e viceversa?
G: Moda, cultura e opportunità lavorative. Creatività.
M: Direi …proprio Milano, perché è anche grazie a questa città che abbiamo questa opportunità e speriamo di restituirle qualche soddisfazione.
Una cosa bella capitata di recente?
G: La serata di apertura di Ciclosfuso (10 giugno 2015)
M: Fino ad ora, dato che abbiamo appena aperto, direi che la serata più bella per me è stata proprio quella: la prima.
Una passione culinaria?
G: Amo cucinare qualsiasi cosa, e mangiare qualsiasi cosa.
M: Amo la pasta!
Il vostro vino o drink preferito?
G: Vino bianco.
M: In questo periodo, mi piacciono i bianchi con una certa struttura, ad esempio il Timorasso.
La musica ed un libro (i) con voi adesso?
G: Cranberries, Harry Potter
M: Bruce Springsteen, Basket Zen
In che modo cercate di vivere lentamente, se ci riuscite, in una città come la vostra?
G: Girando in bici quando devo spostarmi – ma mi impongo anche di avere sempre la giusta quantità di tempo per parlare con le persone e guardarmi in giro.
M: Girare con la mia bici.
Un talento che avete, uno che vi manca?
G: Creatività, precisione.
M: Ero, forse sono, uno di talento nello sport, mi manca la dialettica…
Cosa avete imparato sin qui dalla vita?
G: Che dovremmo andare avanti, sperimentare cose nuove e non essere mai contenti.
M: Che dobbiamo sempre imparare!