(…)
«Finito un ciclo di rapporti ideali, una storia,
è così che sempre si difende un’anima:
facendo gloria della propria sconfitta.»
«Ma per un’anima bisogna avere la pietà
che si ha per un bambino, un animale,
una creatura che si aggira sola
per la terra. Non si condanni un’anima
se compie queste piccole mistificazioni
grandi come tutta la storia dell’uomo!
È per difendersi… Non sapete? Proprio
insieme al Barocco del Neo-Capitalismo
incomincia la Nuova Preistoria.
E le anime, povere innocenti,
obbediscono all’antico meccanismo:
si rifugiano dal mondo malvagio
in cima alle colonne degli stiliti,
e là compiono penose operazioni,
aggirando gli ostacoli, presentando
le proprie misere fughe come Ascesi,
le proprie paure come contemplazioni.»
«Il meno innocente degli uomini non può
dominare questi innocenti sotterfugi
dell’anima ch’è rimasta agli inizi del mondo,
e, credendosi libera come un cagnolino
dal suo padrone, cerca una ragione
per sopravvivere, alla fine del mondo.»
(…)
Pier Paolo Pasolini (Italia, 1922 – assassinio 1975) – un paragrafo tratto dal Poema per un verso di Shakespeare (ed. Garzanti, Gli Elefanti, 1999-2009) ISBN 978-88-11-66928-9
L’immagine di copertina è un ‘mobile’ di Bruno Munari visto a Milano (ph. Diana Marrone)