Mi accoccolo su uno scalone monumentale, tutto attorno brulicano poliziotti e altri controllori svogliati che cercano di fare la voce grossa con gli sparuti passanti che a loro volta cercano solo un po’ d’aria e un po’ di luce.
Sono sola, non ho paura e non ho nessuna intenzione di tornare nella mia scatoletta di tonno-casa e scelgo un gradino baciato da una pozza di luce, vitamina e benessere.
Apro il libro rosso, felice innanzitutto di odorare e mettere le mani su carta fresca di stampa in un periodo infausto come il confinamento di massa Anno Domini 2021. E #savethemermaids saved my soul.
Il libro illustrato anzi la fanzine di Trallallà – che abbiamo intervistato per voi – per i tipi di Magmata è anche su Amazon, ma per ordinarlo vi consigliamo di scrivere all’editore, Alfonso, che sarà felice di spedirvelo.
Leggo le prime righe di uno dei due saggi, quello ad inizio volume – Il Silenzio delle Sirene di Luca Forgione e penso che – sebbene sia un libro d’artista illustrato – le (poche) parole presenti sono semplicemente perfette anche per una pubblicazione saggistica sui generis.
Luca Forgione, filosofo, cammina come me in città: a dettare la scelta delle strade da percorrere è il sole che accarezza i pedoni e le architetture mettendo ancora più in fervore la mente che così raccoglie più vispa i moti dell’anima ed i ricordi.
Forgione riflette su Napoli a partire dallo scorrere del tempo, se pensiamo che una delle meridiane più in vista della città (quella di Piazza Dante) reca un’incisione massima nella sua pervasività: (equazione del tempo). Il tempo come storia, come accumulazione, come rottura, come laissez-faire.
Alla fine del volume, Gennaro Ascione ci immerge in una battaglia auto-ironica, in realtà serissima, tra storia e luogo comune che parte dal mito di Partenope, Isolotto di Megaride e… arriva alla ‘controra’!
In mezzo, un reportage di luoghi che hanno ospitato le Sirene di Trallallà: gli scatti più belli sono quelli in cui si riconoscono le strade del centro storico con i suoi negozi ma anche quelli nati per essere solo immaginati per l’obiettivo come le sirene sugli scogli del mare o su barche mezzo-demolite.
A Napoli, di solito, il ‘guardo’ a quel mare è precluso.
Soprattutto per chi non è mai stato a Napoli, Save the Mermaids potrebbe anche rappresentare un piccolo viaggio restando fermi dove siete che ipotecherà sicuramente una prossima visita in città, magari chiedendo all’autore, Trallallà, o all’editore Alfonso, di accompagnarvi in un tour del centro antico.
Trallallà: ’Save the Mermaids è una ricerca sulla figura della sirena, il mito più famoso di sempre. Simbolo che unisce elementi contrastanti, sintetizzandoli in figure nuove, si presta bene a raccontare i violenti contrasti che continuamente Napoli ricompone. Non a caso il mito fondativo di Napoli è proprio una sirena, Partenope. Immagino queste figure attraversare i vicoli della città antica, odorose di mare, guardandoti negli occhi, in un incontro fatale.
Le mie sirene sono grasse, come la maggior parte delle donne che disegno, perché la seduzione e la bellezza non sono una questione di taglia o di peso, con buona pace degli standard che cercano di imporci. Pensa che vantaggio per i produttori di merci la taglia unica!’
Diana Marrone: Perché comprarlo? Perché non comprarlo? Perché regalarlo?
Trallallà: ‘Comprarlo perché è bello, e per sostenere editori coraggiosi come Alfonso. Non comprarlo, ma farselo regalare. E regalarlo perché un dono è un atto d’amore e non c’è niente di cui abbiamo più bisogno.
Trallallà, Save the Mermaids , ed. Magmata, 2021
Pagine: ill., Brossura
EAN: 9788890423789 – Euro 8