Scrivere

Scrivere.

 

Non posso.

 

Nessuno può.

 

Bisogna dirlo: non si può.

 

E si scrive.

 

E’ l’ignoto che abbiamo dentro: scrivere vuol dire raggiungerlo. E’ questo o niente.

 

Si può parlare della malattia dello scrivere.

 

Non è semplice quello che tento di dire, ma credo che ci possiamo capire, compagni di tutti i paesi.

 

C’è una pazzia dello scrivere che si ha dentro, una pazzia furiosa ma non è per questo che si è pazzi. Anzi.

 

La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.

 

E’ l’ignoto di sé, della propria mente, del proprio corpo. Non è neppure una riflessione, scrivere, è una facoltà che si ha al di fuori di noi, parallelamente a noi, di un altro che appare  si fa avanti, invisibile, dotato di pensiero, d’ira, e che talvolta per questo stesso motivo, è in pericolo di rimetterci la vita.

 

Se si sapesse qualcosa di quello che si scriverà, prima di farlo, prima di scrivere, non si scriverebbe mai. Sarebbe inutile.

 

Scrivere è tentar di sapere cosa si scriverebbe se si scrivesse. Lo sappiamo solo dopo. Prima, è la domanda più pericolosa che ci possiamo rivolgere. Ma è anche la più ricorrente.

 

Lo scritto arriva come il vento, è nudo, è inchiostro, è lo scritto, e passa come niente altro passa nella vita, niente di più, se non la vita stessa.” (…)

 

 

Marguerite Duras (1914-1996), Scrivere, Idee Feltrinelli, Milano, Marzo 1994 (pag. 42-43)

 

Immagine: Brume, Jeanne Madic © 2014 ( 6 X 8, edizione in tiratura limitata, 15cm X 21cm su carta argentata intitolata, datata e firmata sul dorso), C-type print.

Per acquistare l’opera: http://store.vanishingtwins.co.uk/155-brume.html

 

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